Il nome di "scamorza" deriva quasi sicuramente dal verbo “scamozzare” che significa capitozzare e cioè togliere una piccola porzione nella parte superiore, infatti la forma ricorda appunto quella di un formaggio decapitato.
Il formaggio ha infatti una forma a pera, con una lieve strozzatura nella parte superiore in modo da formare una protuberanza denominata “testa”, di piccolo peso ed oscillante tra i 300 e 500 grammi.
La scamorza ha pasta bianca, compatta, burrosa, senza occhiature e senza raggiungere la tenerezza della mozzarella.
La tecnologia di produzione è simile a quella della mozzarella, ma presenta alcune variazioni, introdotte per ottenere un prodotto più consistente, conservabile più a lungo; può infatti presentare un breve ciclo di maturazione fino a 1-2 settimane.
Ottenuta da latte crudo, con procedura tradizionale, prevede la fermentazione naturale della cagliata acificata con siero innesto di una lavorazione precedente.
La scamorza fresca è ricavata e messa in vendita in giornata, si presenta senza ancora una crosta, di colore bianco latte, con una consistenza morbida e un sapore molto fresco.
Col passare dei giorni si forma una sottile crosta, di colore bianco prima e giallo paglierino poi.
È ottima sia da mangiare cruda che cotta per insaporire i piatti con la sua caratteristica filatura.
Sitografia www.caseificiomalu.it
Si Ringrazia il Sig. Sante Lucarella per aver concesso l'uso delle sue "Ricette Casearie"